Ecomuseo della Valle Spluga

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Viaggiatori illustri

"Spluga. Passo Sublime" Di queste testimonianze ce ne parla Kurt Wanner nel suo libro "Lo Spluga. Il Passo sublime" (Quaderni Centro Studi Storici Valchiavennaschi, Chiavenna 2006). Nel libro sono contenute le storie, i viaggi, le scoperte, i racconti di personaggi importanti che transitarono per il Passo ricevendone un´esperienza straordinaria. Il periodo storico analizzato dall´autore é molto vasto cosí come il ventaglio de protagonisti coinvolti nel libro. Si parte dall´Imperatore Ottaviano Augusto (16-15 a.C.) per passare poi da Flavio Stilicone, uno dei primi condottieri romani che passarono lo Spluga tra il 395 e il 402; fu poi la volta di Federico Barbarossa, di Napoleone III, della Regina Vittoria. Dal XVI Secolo la strada dello Spluga e la Via Mala esercitarono "una grande malia" sui tanti scrittori, poeti, pittori, filosofi, musicisti, scienziati che le percorsero: Erasmo da Rotterdam, Ugo Foscolo, George Gordon Byron, Johannes Brahms, Friedrich Nietzsche, Giosuè Carducci, Italo Calvino, Arthur Conan Doyle, Albert Einstein. varcarono lo Spluga e il S. Bernardino facendo tappa a Splugen.

immagine Erasmus von Rotterdam

immagine William Coxe

immagine Hans Christian Andersen

immagine John Ruskin

immagine Franz Xaver Mozart

immagine Friedrich I von Württemberg

immagine Etienne Macdonald

immagine Friedrich Engels

immagine Michael Bakunin

immagine Albert Einstein

immagine Jakob Burckhardt

immagine Hans Conrad Escher

immagine Johann Jakob Scheuchzer

immagine Leonardo da Vinci

immagine Johann Jakob Weilenmann

immagine William Coolidge

immagine Carlo Donegani

immagine Annie Vivanti

immagine Buzzati

immagine Edith Wharton

immagine Ludwing Emil Grimm

immagine Nietzsche

immagine Salvatore Quasimodo

immagine Napoleone

immagine Giovanni Bertacchi

Volti dei personaggi illustri













Memorabili impressioni
Hellen Maria Williams, 1794. "Ci siamo visti intrappolati dal Reno tra due pareti di roccia altissime e coronate da abeti rossi; la strada era appesa su un fianco alle pareti, tra la cima e la profonda insenatura, dove scorre il fiume. La sicurezza della strada ci permetteva di ammirare senza paura questa insenatura, che é sempre immersa in un´ombra serale e gli alti boschi non vengono mai trafitti dai raggi del sole. Le acque veloci e forzate mormorano nella profonda gola." (K. Wanner, op. cit.)
Friederike Brun. "La Via Mala é il momento piú terribile di questa via della morte! Perchè qui muore tutta la speranza, qui dove la notte piú nera, con ali pesanti, si libra in aria tra il piú profondo e l´altezza vertiginosa." (K. Wanner, op. cit.)
Johann Wolfgang Goethe. Ancora prima della costruzione della strada carrozzabile, Goethe valicó lo Spluga il 30 maggio 1788 con il Corriere di Lindau, sulla via del ritorno a Weimar. Annotó: "Ho visto davanti a me le colline attorno al Lago di Como, le alte montagne grigioni e svizzere, quasi fossero una riva dove potevo nuovamente approdare dopo un viaggio meraviglioso". (K. Wanner, op. cit.)
Franz Xaver Mozart. "La strada ci porta tra rocce terribili; a una profonditá di circa 500 piedi, passa il Reno tra una insenatura stretta, mentre sopra si innalzano delle montagne precipitose. Ed ora ti immagini un sentiero stretto, sconnesso e senza ringhiera, una notte buia senza luce siderale." (K. Wanner, op. cit.)
Hans Christian Andersen. Sul loro taccuino di viaggio viene riportata questa annotazione: ""Viaggiare é vivere". (K. Wanner, op. cit.)
Friedrich Nietsche. "E´ stato il viaggio piú bello che abbia mai fatto, con la diligenza postale. Io non scrivo niente della grandiositá della Via Mala: a me sembra che non conoscevo ancora la Svizzera. Questo é la mia natura, e quando ci siamo avvicinati allo Spluga, mi é venuto il desiderio, di rimanere qui." (K. Wanner, op. cit.)
John Ruskin. John Ruskin scriveva nel 1833 "Quando ebbi superato il passo dello Spluga, vidi come la nebbia si andava diradando, lasciandomi libero lo sguardo su un mondo che era scomparso. Solo quando i veli tra cielo e terra si furono allontanati, emerse alla luce tutta la bellezza. Che cosa accadrebbe se una volta anche il cielo venisse spostato da parte e ci apparisse in una bellezza inimmaginabile, in tutta la sua magnificenza e spaventositá? Gradevole al massimo per gli iniziati, insopportabile per i profani". (K. Wanner, op. cit.)
Theodor Fontane. "Nella Via Mala si racconta la grandiositá pura; se si aggiunge qualcosa, é solo il terrificante, che si abbina meglio a impressionante e violento in fondo, piuttosto che a bellezza. La bellezza della natura é la misura, una specie di contrario del grandioso." (K. Wanner, op. cit.)
Wolfgang Hildesheimer. "La strada porta ad una spaccatura improvvisa nel globo terrestre, segnata dalla roccia spaccata, come una grande ferita con i suoi lati impressionanti verticali: da una parte un´altezza audace, dall´altra una profonditá pericolosa. Qua e lá sulle parti superiori, da uno spuntone sottile o anche solo da un sasso cresce e decora un albero sottile e smarrito, mentre le parti inferiori non sono mai toccate dai raggi del sole". (K. Wanner, op. cit.)
Albert Einstein. Lo scienziato vi andó a piedi nel 1901 "per unire al gradito dovere anche un bel piacere".

Impressioni figurative
La Via Mala non ha lasciato le sue tracce solo nella letteratura, ma anche nelle arti figurative; ricordiamo Jan Haeckert, Joseph Anton Koch, William Pars, John Robert Cozens, John Frederick Lewis e il pittore inglese William Turner che nel settembre 1843 transitó per la Via Mala. Jacob Johann Meyer riordinó gli appunti e gli schizzi del Dottor Johann Gottfried Ebel e li trasformó in tempere realizzando una raccolta di tavole calcografiche in matrici di rame; per l´incisione si affidó ad altri incisori fra cui Franz Hegi, autore in proprio di paesaggi alpini e di album dedicati ai laghi svizzeri e italiani, e R. Bodmer. Alcune tavole, come "Il grande albergo vicino al passo dello Spluga o la Veduta di Andeer venendo da Spluga", portano la classica dicitura della stampa d´autore "Meyer del. et sc." (Meyer disegnó e incise). George Barrell Cheever scriveva nel 1845 a proposito del Passo dello Spluga "Tutte le immagini possibili di grandezza, potere, energia nella natura; quanto c´é di oceanico, titanico, vulcanico, le trombe d´aria, le fiere tempeste, il terremoto, lo scatenarsi degli elementi, diluvi, sconvolgimenti, valanghe, lo schiantarsi degli iceberg, il susseguirsi dei lampi che rimbalzano da un dirupo all´altro, il tuono che urla nelle profonditá immense e sconfinate non bastano a restituire un´adeguata impressione di questo passo sublime". (K. Wanner, op. cit.)