Castanicoltura

La castagna: il pane dei poveri
Dopo la cura dei pascoli e la lavorazione del latte, una delle risorse piú importanti cui attingere in valle era il castagneto. Le castagne, il pane dei poveri, maturavano bene ovunque  nei boschi fino a Cimaganda (900 m) . “A volte una manciata di castagne cotte rappresentava l´unico alimento per sfamarsi in qualsiasi occasione, come colazione, a pranzo o a cena. La castagna ha sempre avuto una funzione indispensabile e credo fosse cosí anche nei tempi piú antichi. La castagna si deve raccogliere quando, giunta a maturazione, cade e non ha bisogno di particolari cure. Da quando le castagne cominciavano a cadere fino all´autunno avanzato, ognuno le raccoglieva sulla sua proprietá. Alla fine peró, provvedeva l´uomo che, salendo sul castagno con un lungo bastone, la pertega, batteva i rami facendo cadere i ricci piú restii. Con la castagna ci si riuniva attorno al fuoco in allegria a fare i mondé( le caldarroste) che erano come i dolci di oggi per le gente di allora”. (D. Mazzoni, op. cit.)

 

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Costume tipico di Lirone: Raccoglitrici di castagne

L´essiccazione delle castagne
Una gran parte delle castagne veniva fatta essiccare per essere conservata e utilizzata anche nella primavera successiva e in estate. “In alcuni villaggi, nella stanza sotto il tetto si apriva al filo del pavimento un pertugio nella canna del camino; poco sopra, a neppure un metro, si stendeva una grata con liste di legno, coprendola di castagne tra le quali passavano i gas caldi combusti. Periodicamente si mescolavano sino ad ottenere una regolare e uniforme cottura.” (D. Mazzoni, op. cit.) L´essiccazione durava da uno a due mesi “dopo di che le castagne venivano poste in sacchi allungati di grossa canapa e sbattute violentemente contro le pareti, oppure, piú semplicemente, distese in terra e pestate con gli scarponi, o, infine, battute in un mortaio di legno con un pestello verticale con una traversa per manopole. Le donne, poi, con il vaglio, eliminavano le bucce e insaccavano poi le castagne da consumarsi bollite. ” (D. Mazzoni, op. cit.)
La Casína di cástegn o Gré
La Casína di cástegn” era una baita, con un unico locale diviso in due da un pavimento in tronchetti di legno, sopra il quale si depositavano le castagne, in uno strato di circa cm. 40. Le castagne portate ad essiccare venivano prima misurate; l´unitá di misura per le castagne fresche era la gerla, per quelle essiccate era lo stér (recipiente di legno del contenuto di circa kg-. 8). A ogni gerla di castagne fresche corrispondeva uno stér di quelle essiccate. Nella parte inferiore del locale, al centro, c´era un fuoco nel quale si facevano bruciare grossi ceppi, con le bucce secche delle castagne dell´anno prima. Bisognava evitare che dalle braci si sprigionassero le fiamme mentre veniva favorita la fuoriuscita del fumo in grande quantitá per far sudare con il calore i frutti. Questa era la prima fase dell´essiccazione dopo la quale bisognava girare le castagne con attenzione per evitare che bruciassero e per consentire un´essiccazione uniforme. Per circa un mese andavano avanti cosí, con il braciere funzionante giorno e notte, per impedire il raffreddamento delle castagne che cosí non si sarebbe piú riusciti a sbucciare.” (D. Mazzoni, op. cit.)
Il vaglio delle castagne
Esaurita la fase dell´essiccazione, si toglievano le castagne ancora calde dalla casera e le si mettevano in un sacchetto di canapa: di solito questa operazione veniva svolta dagli uomini perchè era il lavoro piú faticoso. Si batteva poi il sacchetto e, dopo circa dieci minuti, si svuotavano i sacchetti su un panno di canapa. Qui le donne, con il vaglio (una specie di largo ventaglio di legni secchi intrecciati), eliminavano le bucce. Nel contempo altre donne provvedevano a cucire i sacchetti rotti. “Se sulle castagne pulite rimaneva poco géa (pellicina che avvolge il frutto) significava che erano state ben essiccate.” Terminato il vaglio, i frutti secchi venivano ammucchiati per la suddivisione.” (D. Mazzoni, op. cit.) Le castagne secche venivano cotte nella minestra, nel latte, con le patate e in altri modi, secondo i gusti.