Valle Spluga

Il Passo dello Spluga chiude a nord una valle segnata dalla maestosa cornice di montagne che accompagnano il viaggiatore sulla via per Lamagnia (Allemagna, Germania). I viandanti ne sono intimoriti, impressionati, per l´asprezza e la forza della natura; attributi naturali su cui si era già espresso Leonardo da Vinci nella sua descrizione della Valchiavenna: “Val di Ciavenna. Su per lago di Como di ver Lamagnia è valle di Ciavenna dove la Mera fiume mette in essa lago. Qui si truova montagnj sterili e altissime chon grandi scogli.” codice Atlantico 

La Valle Spluga, insieme alla Val Bregaglia e al piano fino a Verceia fa parte della Valchiavenna.
Già conosciuta come Val San Giacomo è una stretta vallata che partendo dalla cittadina di Chiavenna (333 msl) sale fino ai 2113 m del passo dello Spluga in poco meno di 30 km di sviluppo.
L´orientamento sud-ovest della vallata ha fatto si che storicamente fosse uno dei corridoi naturali più utilizzati per attraversare la catena alpina centrale. La valle era già frequentata dagli uomini del mesolitico, come testimoniato dalle ricerche archeologiche svolte negli anni Novanta. Frequentata dai Romani, venne utilizzata a periodi alterni nei secoli successivi fino al 1474, anno nel quale venne “tagliata” la Via Mala, che permise ai trasportatori e ai viandanti di percorrere la nuova mulattiera nella gola del Reno in poco tempo. Nel Sei-Settecento l´attività di trasporto delle merci si fece più intensa, molti personaggi illustri attraversarono la valle lasciando le loro testimonianze scritte. Nel 1516 inizia il dominio grigione sulla Valchiavenna e Valtellina che terminerà nel 1799. Gli stravolgimenti politici di Napoleone e vicende varie determinano la cessazione nel 1816 del Comune unico di valle Santo Giacomo, già costituito nel 1205, dando vita ai tre comuni attuali: San Giacomo Filippo, Campodolcino e Madesimo. Gli austroungarici fecero costruire la carrozzabile del 1822, attuale SS 36 dello Spluga che attraversa la valle. Per un cinquantennio la valle godette di ricchezze derivate dall´attività di trasporto e commercio, poi, con l´apertura dei trafori alpini e il conseguente spostamento dei traffici, una crisi profonda colpì la comunità locale, aumentando il fenomeno della emigrazione che determinò lo spopolamento dei nuclei minori.
L´economia nel passato era basata sui trasporti, sull´ allevamento e su un´agricoltura di sussistenza. A partire dalla seconda metà dell´Ottocento si sviluppa un turismo climatico estivo aiutato dalla presenza, per ben 17 estati, del poeta Carducci, che si recava in valle per curarsi con le acque termali di Madesimo. Dal 1911 invece si sviluppa anche il turismo invernale che ancora oggi costituisce la principale risorsa economica della valle. Importanti impianti di produzione di energia idroelettrica sono stati costruiti fra gli anni Venti e Sessanta.
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