Il dialetto

IL DIALETTO DELLA VAL SAN GIACOMO 
Al pari degli altri  dialetti lombardo alpini, il brí – dialetto della Val San Giacomo cosí denominato dalla particella della negazione [brí = no] – per la sua posizione periferica e di frontiera conserva elementi fonetici, morfologici e sintattici altrove obsoleti e sviluppa reciproche influenze con i confinanti idiomi romanci e ( dopo il XIII secolo) tedeschi.
L´area del brí va oltre la Val San Giacomo. Una serie di varianti locali, con maggiore o minore penetranza d´uso, ma con piena reciproca comprensione, interessano il versante destro del Piano di Chiavenna Verceia [bríc] , Sorico, Gera Lario e Piantedo. comprendendo a un dipresso le stazioni di partenza, di transito e di arrivo della transumanza.
Chiavenna e la sinistra del Piano, piú investite da interessi mercantili e commerciali, hanno da tempo adottato il minga [minga = no], una sottoforma corrente di koinè lombarda.
Il brí locale della Val San Giacomo é fortemente conservatore nella struttura lessicale e sintattica e assai omogeneo – Le differenze nella pronuncia, nell’intonazione e nella melodica, non ne intaccano l’unità, ma qualificano solamente la frazione di appartenenza di cui il soggetto si vanta e a cui gli altri valligiani.attribuiscono nomignoli canzonatori.
Lo stesso dicasi per l´enclave fonetica ( con alcuni esiti simili al ligure ) tuttora attiva a Prestone, Pietra e Portarezza [Campodolcino] nel cui gergo il genio dei frazionisti si é espresso in una serie di improperi non privi di arguzia noti e pubblicati come “Allegrezze di Portarezza”
Fa parte a sé il dubiún, gergo ´commerciale´ segreto dei soli frazionisti di Olmo [San Giacomo Filippo] costituito da corruzioni o reinterpretazioni, talora in chiave ironica,o allusiva di forme dialettali o di fantasia.
ll brí, sostanzialmente stabiIe sin verso gli anni sessanta dello scorso secolo, é ora sotto attacco dello spopolamento e della diffusione dei media,che favoriscono la semplificazione fonetica, l´infiltrazione del minga, e il bilinguismo cui si ricorre di norma in relazione alla personalitá dell´interlocutore o alla situazione ambientale.
I testi estemporanei in brí – che compaiono talora su periodici locali – sono simpatiche espressione di identità e affetto al dialetto. Sono redatti senza filtri analitici nel linguaggio veicolare, cosí come viene pronunciato ed udito con le fallacie grammaticali e il disordine ortografico che ne consegue. Costante  é invece, e duraturo,  l´apporto della “Comunitá de Fracisc” con la pubblicazione annuale a cura di Aurelio Levi [responsabile anche del portale “www.fraciscio.it “] del Calendario “Tacuín de Fracísc“, ricco di immagini, storie , proverbi, legati al paese. I testi sono veicolari ma coerenti nello stile.
Con il titolo “Il Dialetto della Val San Giacomo (Valle Spluga)” é stata discussa presso la Facoltá di Lettere dell´Universitá di Zurigo nel 1987/88 la tesi di dottorato di Gèrard Zahner (Relatore Prof Heinrich Schmid), pubblicata dall´Universitá Cattolica di Milano, con lo stesso titolo nel 1989.
A livello letterario Paolo Raineri ha pubblicato in brí nella forma critica e analitica le proprie poesie nel volume, “La mäta da la balzäna róssa. (La ragazza dalla gonna rossa)”., edito nel 1997 presso l´Istituto di Storia dell´Arte Lombarda .Milano