Protagonisti e comparse

Guglielmo Chiaverini (1627-1704)
Protonotaro apostolico, laureato in teologia e curato di Campodolcino per oltre 50 anni- E´ autore della “Breve narrazione delle prerogative spirituali della Valle Campodolcino” (Milano 1663, ristampa CSSV Chiavenna) e della “Historia della miracolosa Apparitione della Vergine Santiss.ma e Madre di dio nella Valle S.Giacomo di Campodolcino” (Como 1667), primo storico della valle.

Giovan Giacomo Macolino (1653-1714)
Laureato in teologia a Roma, fu curato a S. Giacomo. Come il Chiaverini prima di lui, si dedicó allo studio della storia locale, fra le sue opere: “Chiese della Valle di S. Giacomo Contado di Chiavenna” e “Historia della Miracolosa Apparitione di Maria Vergine in Gallivaccio nella Valle di S. Giacomo” entrambe stampate a Milano nel 1686.

Giovan Battista Macolino senjor (1604-1673)
Pittore nato a Gualdera nel comune di Campodolcino, studió alla scuola del Morazzone e poi operó in Valchiavenna, Valtellina, sul lago di Como e nel Canton Grigioni. E´ riconosciuto come il maggior pittore del Seicento Valtellinese.Il figlio giovan Battista junior seguí le sorti del padri e realizzó pregevoli lavori nello stesso territotio

Giovan Battista Tognoni ( 1790-1778)
Laureato in teologia a Roma, fu curato a San Giacomo. Appassionato di storia pubblicó nel 1742 :”Apparizione di Maria Vergine in Gallivaccio nella Valle di San Giacomo”

Antonio Vanossi (1789-1857)
Originario della Valle Spluga sfruttó le scoperte sulla filatura dell´amianto fatte da Candida Lena Perpenti di Chiavenna per realizzare le tute utilizzate dai Pompieri.

Carlo Pedretti (1836-1909)
Originario della Valle Spluga fondó a Chiavenna nel 1862 la Societá democratica operaia di mutuo soccorso per aiutare gli operai.

Pietro Buzzetti (1862-1928)
Nipote di San Luigi Guanella, don Buzzetti nasce a Montespluga, appassionato di storia locale dá alle stampe piú di venti opere dedicate alla Valle Spluga e alla Valchiavenna. Fra queste merita attenzione “Le chiese nel territorio dell´antico comune in valle San Giacomo” del 1922 e “Il passo dello Spluga e strade chiavennasche” del 1928.

San Luigi Guanella (1842-1915)
Nasce a Fraciscio da famiglia numerosa. A dodici anni si reca a Como dove studia in Seminario e diventa prete. La sua indole caritatevole gli fa fondare la Casa della Congregazione dei Servi della Caritá a Como, che poi si espande intutta Italia e oggi é presente in molte parti del mondo.
Don Guanella diede alle stampe numerosi suoi lavori, dedicati ai temi che gli erano cari, con frequenti riferimenti alla cultura della sua valle, come per esempio Saggio di ammonimenti familiari (1872) e Il montanaro. Strenna valtellinese (1886). E´ stato proclamato Santo il 23 ottobre 2011.
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Giovan Battista Cerletti (1846-1906)
Originario di San Bernarco si laureó in ingegneria e fondó a Conegliano Veneto la prima scuola di enologia. Il figlio Ugo divenne famoso per avere inventato l´elettroshock .

Clyde Geronimi (1909-1989)
Il padre, originario di SanBernardo, emigró in America con la moglie e il figlioletto, che divenne uno dei registi della Walt Disney dirigendo alcuni dei maggiori successi della casa d´animazione.

Don Abramo Levi
Nasce a Fraciscio nel 1920. Diventato prete nel 1945 si dedica oltre che alla cura delle anime alla sua grande passione: la scrittura. Saggista e scrittore, dedica alla sua valle il libro “Spartiacque”. Il racconto si dipana lungo il sentiero che risale la valle sotto al pizzo Stella e raggiunge il valico -chiamato “il Vertice”- che segna lo spartiacque tra il bacino del Mare del Nord e il Mediterraneo.
Attraverso l´occhio di una cinepresa e un misterioso manoscritto, si aprono, su vari piani, scene del passato recente e di quello millenario della valle.

OSPITI ILLUSTRI 

Giosué Carducci (1808-1858)
Il famoso scrittore e poeta, premio nobel nel 1906, su consiglio del dottor Murri diBologna, cominció a frequentare la valle, dimorando a Madesimo a Villa Adele, nell´estate del 1888.
Carducci si curava nello Stabilimento Idroterapico del Grand Hotel di Madesimo dove l´acqua ferruginosa acidula gli era di gran conforto. Per ben 17 estati Carducci frequentó la valle, componendo poesie dedicata ai paesaggi ameni che gli erano di ispirazione.

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Giovanni Bertacchi (1869.1942)
Poeta chiavennasco, che amava trascorrere le vacanze estive a Montespluga. In numerosi suoi scritti e poesie descrive le montagne e i luoghi della Valle Spluga, in particolar modo nella sua raccolta piú famosa: “Il canzoniere delle Alpi” del 1895.

 

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Aligi Sassu (1912-2000)
Pittore sardo, trasferitosi a Milano, cominció a frequentare Campodolcino coi genitori alla fine degli anni Venti, in estate, e vi si rifugió nel ´43 con la moglie Fernanda e la figlia Maria Antonietta che vi morí a soli 3 anni per un´improvvisa meningite. Al paesaggio della Valle Spluga e di Campodocino in particolare, é dedicato un gruppo di tele e acquerelli, dipinti a partire dal 1929, che l´artista tenne sempre, in gran parte, per sè.e vi morí a soli 3 anni per un´improvvisa meningite rimanendo fino al 1974 sepolta al cimitero di Chiavenna nella tomba di famiglia dei Rota, amici dell´artista.
Al paesaggio della in particolare, é dedicato un gruppo di tele e acquerelli, dipinti a partire dal 1929, chl´artista

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Carlo Castellaneta (1930-2013)
Castellaneta, noto saggista, nato a Milano nel 1930, trascorse un periodo della sua infanzia a Fraciscio. Dedicó parecchi articoli su giornali e riviste a ricordo di quegli anni. Uno dei piú significativi comparve sul Corriere della Sera, col titolo “La mia valle Spluga” dove viene ricordato il tragico scontro fra partigiani e le milizie nazifasciste nella epica battaglia dell´Angeloga.

 

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Dino Buzzati
Dino Buzzati (1905-1970) noto scrittore e giornalista inviato del Corriere dedicó molte sue opere e articoli giornalistici alla montagna. Nel 1967 pochi giorni prima dell´inaugurazione e dell´apertura della funivia del Groppera e della pista sciistica che da questa cima scende a precipizio, Dino Buzzati -in quanto appassionato e competente di sci e di sport alpini- fu inviato dal Corriere della Sera a Madesimo per seguire l´avvenimento. Il giorno dopo uscí l´articolo di Buzzati. Era intitolato Il Canalone, un pezzo di alto giornalismo con il quale la pista, un´opera d´arte, veniva consacrata con il nome che ancora oggi porta.

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